Le mie origini

Mi chiamo Gen Llukaci e sono nato a Tirana, Albania, nel 1969.

Sono cresciuto in questo Paese che mi ha dato la possibilità di studiare fin dall’età di 6 anni il violino come strumento musicale. Dopo aver terminato il primo ciclo di studi paragonabile al Conservatorio italiano, nel 1991 ho conseguito il Diploma in violino presso l’accademia di Belle Arti di Tirana con il massimo dei voti.

Ho svolto sin da subito, in Albania, un’intensa attività concertistica, sia come solista che in varie formazioni, facendo parte dei primi violini dell’orchestra della Radio Televisione Albanese, dell’Orchestra dell’Opera e Balletto della Filarmonica di Durazzo e Tirana.

All’età di 23 anni decisi di stabilirmi in Italia e di lavorare come libero professionista, soggetto solamente alla legge della domanda e dell’offerta. Il mio spirito libero mi ha impedito di rimanere impiegato stabilmente presso l’Orchestra dell’Opera e Balletto della Filarmonica di Durazzo e Tirana, dato che il mio ruolo sociale sarebbe sempre stato subalterno e paragonato al personale di servizio dei tempi di Mozart.

La mia carriera

Mi sono stabilito nel Bel Paese nel 1992, dove ho partecipato al Concorso Internazionale “Rodolfo Lipizer” e l’anno successivo, nel 1993 divengo professore di Musica di Violino presso l’Istituto Musicale di Riccione. Ho iniziato a collaborare con l’Orchestra sinfonica Marchigiana, formando subito un duo di violino e viola, nel 1994.

L’anno successivo, nel 1995, ho partecipato al concorso per l’Orchestra Giovanile Italiana al Teatro Valli di Reggio Emilia e ho iniziato la mia attività didattica privata come docente di violino presso la scuola di musica “O. Pistoni” di Sassuolo (Mo), ove tuttora insegno. Esercito, da allora, in diversi comuni dell’Emilia, formando giovani appassionati dello strumento che ormai è divenuto parte di me.

Il Violino è uno strumento musicale molto difficile. Imparare a suonarlo è particolarmente stimolante, si presta infatti a numerosissime possibilità virtuosistiche e il colore del timbro è brillante, luminoso e cantabile.

È diventato il mio compagno di viaggi e con lui accanto ho trascorso la maggior parte della mia vita, viaggiando attraverso gli USA, il Brasile, il Portogallo, la Germania, la Svizzera, la Bulgaria, la Spagna, l’Ungheria, l’Inghilterra, la Repubblica Ceca, Russia, il Giappone, la Corea del Sud, la Costa Rica, l’Honduras, il Sudafrica e il Belgio.

Ho rappresentato la regione Emilia Romagna nel mondo e con il mio violino ho affrontato ogni esperienza, senza mai arrendermi, i momenti di sconforto non sono mancati, ma la determinazione e il coraggio non mi hanno mai abbandonato.

Sembrerà strano, ma svolgere un’attività concertistica così intensa, richiede concentrazione, dedizione, studio e preparazione, non solo provando e riprovando le parti, ma anche imparando a controllare le proprie emozioni, evitare i conflitti e concentrarsi profondamente sul proprio compito.

Suonare uno strumento musicale è un cammino nell’arte, e l’esecuzione profondamente artistica di un brano, deve essere sostenuta dalla maestria, che tuttavia deve essere sviluppata e curata per possedere costantemente la padronanza dello strumento. Ognuno di noi, suonando, interpreta e fa suo ciò che suona, perché eseguendo un’opera esprimiamo il nostro modo di percepirla e di sentirla.

In questo modo, entrano in gioco sì le competenze, ma anche le emozioni e quel mondo interiore che fa di ogni musicista un artista unico ed ineguagliabile. Allo stesso tempo, i brani che il musicista interpreta, anche se eseguiti mille volte, ogni volta avranno un’esecuzione nuova e diversa, proprio perché ogni attimo della nostra vita è differente da quello precedente, e nel suono del violino, questo si percepisce e viene trasmesso.

Sono nato come musicista classico, e nel corso della mia vita sono riuscito a far sì che la musica classica fosse in grado di stare al passo con i tempi che cambiano rapidamente e dunque a sopravvivere allargando la sua fruizione a più persone possibili.

Pur mantenendo fede alla lunga e rigorosa tradizione, preservando una qualità altissima, ho tentato di interpretare la musica classica per renderla “accessibile a tutti” attraverso racconti, aneddoti e storie oltre all’esecuzione dei brani. Tutto ciò ha lo scopo di portare l’arte, anche la più eccelsa, ad essere compresa da chiunque e vissuta attraverso le emozioni da essa create.

Poiché non esiste più una grande cultura artistica musicale, non ho mai avuto riserve nel ricorrere a stratagemmi pur di catturare l’attenzione dei giovani, insegnandogli a suonare, anche fuori dal contesto di teatri e auditori classici, a patto che lo facciano con rigore e serietà. Non ci si deve abbassare a suonare musica di scarsa qualità perché la gente non capisce la musica classica, ma si deve fare il discorso inverso, conoscendo le basi sarà poi possibile spaziare in ogni direzione musicale.

Per questo dopo aver studiato ed interpretato come solista le musiche di Johann Sebastian Bach, Ludwig van Beethoven, Wolfgang Amadeus Mozart, Franz Peter Schubert, Robert Schumann, Fryderyk Chopin, Claude Achille Debussy, Igor Stravinsky, Johannes Brahms, Richard Wagner, Antonio Vivaldi, Nicolò Paganini, Giacomo Puccini, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Georges Bizet, Jules Massenet, solo per citare i più noti, ho voluto spaziare offrendo un repertorio napoletano o veneziano, per arrivare anche a proporre una comparazione tra il “sacro e profano”. Ho preso come riferimento il periodo in cui nacque la canzone popolare contrapposta alla musica “dotta” che gli autori contemporanei proponevano in teatro. Nei miei concerti infatti, è possibile ascoltare Le Danze Rumene di Bela Bartòk contrapposte alle Romanze Andaluse di Pablo de Sarasate, per poi passare attraverso le sonorità di Gershwin, o Fritz Kreisler Liebesleid fino a Piazzolla o alla Csárdás di Monti.

Non sono mancati nemmeno i concerti in cui ci siamo sbizzarriti ad interpretare la musica Yiddish, klezmer e il Tango, così come le più note colonne sonore dei migliori film nazionali ed internazionali, come le musiche di Morricone, Nino Rota fino agli autori più conosciuti del panorama musicale che ha accompagnato la cinematografia più celebre. Nella mia esperienza di vita ho avuto inoltre la possibilità di esibirmi per i Papi: nel 2002 ho suonato per Giovanni Paolo II in aula magna in Vaticano, mentre nel 2006 per Papa Benedetto XVI in udienza privata.

Infine, ho accompagnato le migliori voci liriche, ed insieme a pianisti e musicisti di altissimo livello ho sempre cercato di divertirmi, offrendo, con la mia musica emozioni e gioia. L’esperienza fino ad ora maturata, mi ha reso consapevole che il talento è un dono, un’inclinazione naturale che ognuno di noi, in misura diversa, possiede e di cui il riconoscimento, la valorizzazione, l’espressione dovrebbero essere pregni i percorsi formativi della nostra società.